Lo schema è relativamente semplice nonostante il caos del momento. La caterva di errori di Matteo Renzi non ha compromesso la sua possibilità di vincere le elezioni sempre se si votasse nei prossimi mesi e lui fosse il candidato del centrosinistra.

Chi insidia questa possibilità non è certamente Berlusconi, i veri ostacoli sono il suo partito e la sua coalizione.

Il partito lo sta rosolando a fuoco lentissimo, togliendogli un pezzo di prestigio al giorno. Poi Renzi ha il problema delle alleanze: Vendola e i no-Tav, Di Pietro o Leoluca Orlando sono capaci non solo di fargli perdere voti a milioni ma di diventare la lancia nel costato di qualsiasi maggioranza di governo.

I valori, le prospettive, le visioni vengono ancora schiacciare dalla logica delle masse critiche e la vittoria di oggi vale la governabilità di domani.

Il vantaggio è lo smottamento dei pentastellati che non ripeteranno più il clamoroso risultato delle ultime politiche. E i titolari dei voti in fuoriuscita da Grillo se ne staranno a casa a vomitare su twitter, di certo non andranno nei seggi a votare Berlusconi, avvantaggiando Renzi. Che così come ha demolito Bersani potrà farlo col Cav.

Berlusconi è arroccato su una sorprendente montagna di consensi dentro una coalizione inesistente, e, bloccato da mesi sulla difensiva, non sembra essere in grado di impensierire il Renzi di oggi. In compenso, per questo bastano i compagni del sindaco di Firenze impegnati nella bagarre congressuale capace di spegnere gli entusiasmi anche dei più forti convinti sostenitori di Renzi. Ed è proprio sui compagni di partito di Renzi che Berlusconi e il centro destra contano per eliminare l’ostico competitor mentre riorganizzano le forze dentro la coalizione con la Lega che cercherà di recuperare un po’ del suo elettorato, grazie ai tre governatori del nord. Il tutto mentre la destra tenta di riorganizzarsi superando rancori e feriti del passato. Il tempo è l’altro nemico di Renzi, più passa e più lui perde forza e originalità. E meglio si organizzano gli avversari presentando nuovi contenitori e contenuti

Ecco quindi a chi conviene andare a votare subito? Solo a Renzi. Ed è per questo che chi governa il Pd, meno Renzi, e il Pdl il voto non lo concederà subito. Logico, no?