Sindaci di RomaA Roma, se vuoi conoscere l’umore della città, non devi chiamare il sondaggista di turno ma devi salire su un taxi: vero patibolo per molti sindaci della Capitale.

Nei giorni scorsi su un taxi, Radio Dimensione suono dava una notizia sui Fori Imperiali. Il commento ad alta voce del tassista è di quelli che non mi sarei mai aspettato di sentire: “Ma tu guarda questi, Marino che mi deve fare rimpiangere Alemanno!“.

Io non ho perso l’occasione e l’ho incalzato: “Scusi ma lei per chi ha votato?”. Lui, rallentando, si è girato con l’espressione di chi ha trovato la moglie in intimità con l’idraulico: “Ignazio Marino”.

Direte, è un caso? No, fate un giro sui social  network e la tesi del tassista dilaga.campidoglio

Ma cosa è successo? Voglio essere chiaro i “Mali di Roma” sono quelli di sempre: traffico, pulizia e manutenzione. E Marino appare distante, non coinvolto, rispettoso dei ruoli e delle funzioni ma dà l’idea di non occuparsene, mentre Alemanno era iperattivo con la pala a spalare la neve o sul bordo del Tevere per contenerne l’esondazione, sempre presente fino all’ossessione.

Marino ha marcato le differenze con atti simbolici, i colori degli addobbi natalizi, la chiusura dei Fori ma la verità è che entrambi mettono in evidenza una impotenza rispetto ai problemi della città.

Alemanno, esasperato, urlava e si agitava sottolineando le mani legate di chi governa. Marino, quasi rassegnato e depressivo, sembra impegnato a limitare i danni.

Ma chi la governa Roma? La burocrazia, le mafie, le lobby? Chi decide, chi pianifica il futuro chi ha un’idea per affrontare i suoi atavici problemi? A chi conviene che le cose si trascinino così, come sempre in una città divisa da blocchi ideologici dove lo scontro fra fazioni sembra tenerla attaccata ai modelli ottocenteschi? Chi può dare una scossa a Roma e all’inerte cinismo dei romani? Chi può restituire un futuro a una città che incrocia nella storia il suo destino con quello del mondo?

Roma palestra dello scontro politico dovrebbe essere lo scopo nobile per rifondare una nuova mentalità. Non aspettate miracoli da giovani imparati non arriverà niente di buono.

Marino chiamasse Veltroni, Rutelli e Alemanno e insieme con quello che rappresentano per Roma pensassero al bene comune e al destino di questa città condannata ad un declino immeritato.