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Anchorage e l’Alaska in genere sono in grado di offrire il paradiso a chi ama la natura senza troppe comodità e soprattutto le discipline sportive, che io abborro come la pesca e soprattutto la caccia. Il posto è suggestivo, fresco anche se dopo qualche giorno rischia di essere un pelo noioso, rischio che io non ho corso vista la brevità del soggiorno.

La cosa piu memorabile è stata il giro (15 minuti per 50$) su un piccolo idrovolante a pelo di alberi e specchiandosi su ghiacciai sempre con lo stomaco in gola, un’esperienza che non dimenticherò facilmente.  Da quelle parti gli idrovolanti e gli aerei da turismo svolgono la funzione dei nostri taxi viste le distanze e le asperità del territorio.

Il rammarico invece, è stato quello di non avere trovato il monumento di Balto quello con cui si chiude il  primo film della serie “Il lupo che si credeva cane”. Film con cui mia figlia Anna, ha avuto un rapporto maniacale e che mi ha “costretto” fino ai suoi 4 anni a vedere almeno una cinquantina di volte, destino diffuso anche tra i miei amici, infatti la stessa cosa è capitata con il figlio di Ugo (Piazza),  che è arrivato a quota 50 in una sola  estate, infatti non è raro che ci sfidiamo a “quale scena verrà”  cioè a chi si ricorda le singole battute del film, e vince sempre lui e non perchè ha più memoria…

Bene appena arrivato ad Anchorage ho subito chiesto dove si trovasse  la statua di Balto, mi hanno preso per matto e mi guardavano con un espressione preoccupata, fatto è che io non l’ho trovata e questo mette in dubbio una mia certezza, vuoi vedere che Balto non è mai esistito?

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