Dire come ho fatto ieri che Mario Monti da Fazio non ha fatto una bella figura e che ha annunciato soluzioni senza tracciarne nè il prezzo nè le condizioni, dire che la freddezza e la saccenza professorale non rappresentano necessariamente una garanzia di efficienza, era mettere in evidenza quello che mi pareva persino ovvio, un’analisi tecnica fredda.

Il fatto che l’auditel abbia dato un risultato eccellente dimostra che Monti alla sua seconda apparizione desta curiosità, non certo consenso.

Il consenso ce lo certificano TUTTI gli istituti di ricerca: Monti che gode di una maggioranza trasversale dal PD al PDL. E’ partito con un consenso universale che attestava la sua fiducia oltre 80%. Oggi fatica a stare sopra il 50%: il crollo di consenso più clamoroso che memoria d’uomo ricordi. Lui dice che per quello che ha fatto, i dati sono persino troppi e che un governo come il suo dovrebbe avere un saldo pari allo zero. Dice ovviamente una castronata, perché non si taglia la spesa sociale e non si aumentano le tasse se non si ha consenso nella società. Quindi la questione non sta in cosa ha fatto il suo governo, ma semmai COME lo ha fatto.

E’ su questo che ha perso fiducia, come del resto diventa insopportabile l’atteggiamento di salvatore della patria incompiuto. Quello che lo condanna è lo stesso spread che ha spazzato via Berlusconi, e riuscire a parlare con Sarko’ e la Merkel non rappresenta un vantaggio perché oggi il francese e la “culona tedesca” sono considerati nemici e odiati dagli italiani – quindi effetto zero.

La verità è che Monti sembra sempre di più essere il rappresentante di un establishment bancario e burocratica rappresentante di quel 10% degli italiani che detengono il 50% delle risorse del paese. Le lacrime della Fornero e le gaffes di Calderoli possono averlo aiutato ma l’austerità che esprime sta diventando tristezza e depressione e viene agitata soprattutto in contrapposizione a Berlusconi come se l’ultimo Berlusconi confuso tra spread e Bunga Bunga fosse un modello.

Lo è per ossessione, per Curzio Maltese critico al vetriolo di Repubblica che si è sperticato in elogi infondati e persino comici nella sua recensione di “Che tempo che fa”; lo è per Aldo Grasso che, dopo avere fustigato i costumi, non vede che l’impatto di Monti ha avuto un effetto devastante su tutti i programmi di approfondimento politico che parlano solo di economia con le parole degli economisti, che non riescono a spiegare e a motivare perché le famiglie italiane ormai faticano ad arrivare non a fine mese, ma a metà mese! Lo ha fatto anche Annamaria Testa che ha rettificato una intervista fatta il 29 dicembre a Repubblica tv. Non si capisce cosa abbia detto di diverso da Fazio rispetto alla conferenza di fine anno, ma la Testa ha rettificato il suo giudizio lapidario su Monti: elitario e inefficace*. Oggi anche lei si unisce al coro conformista e rassicurante di tecnici che negano l’evidenza pur di compiacere e di seguire una parabola che verrà smentita dai fatti.

Ma stiano tranquilli: Berlusconi non torna, anche se il Berlusconismo è tutt’altro che finito perché sono persone come Monti e i suoi dolci critici che lo rilanceranno come vera unica novità degli ultimi vent’anni. Vi piaccia o non vi piaccia e nonostante tutte le cazzate fatte da Berlusconi e dai suoi sgherri.

* Riguardo all’articolo citato, la giornalista Annamaria Testa, mi ha contattato per precisare che  il giudizio “elitario e inefficace” non e’ suo, ma di Giovanna Cosenza che ha preso spunto da una sua precedente intervista per una sua riflessione. Vi rimando  alla rettifica da lei stessa segnalatami.