Riprendiamo il filo del discorso. Abbiamo analizzato i flussi elettorali e abbiamo scoperto che la partita viene giocata da chi oggi non dichiara il proprio voto nei sondaggi e ha votato centrodestra alle ultime politiche. Sappiamo anche che questi elettori, messi alle strette, possono rimanere a casa e non andare a votare, come accaduto a Milano, oppure andare a votare all’ultimo momento come accaduto in Molise, determinando i risultati che tutti conosciamo. Il mezzo punto in più o in meno, quindi, è un dato che non appassiona e che non merita particolari analisi.

Ma alcuni segnali sono comunque interessanti. La forte ripresa di Futuro e libertà, dovuta probabilmente a una maggiore attività mediatica di Gianfranco Fini, che fa un balzo considerevole, mettendo la prua oltre il 5%. Il buon risultato del Terzo Polo che si avvicina al 15%. Nel centrodestra, invece, si registra un recupero di Berlusconi, il quale, più che mettere all’incasso il successo conseguito in Europa, sembra aver ottenuto un premio per la sua capacità di sopravvivenza, degna di un Highlander, che gli vale un +2%. Cosa che non accadeva, tra l’altro, da oltre un anno, dal momento che il suo termometro è rimasto costantemente in rosso. Certo è, che con il 24% di fiducia, dietro ad Alfano, non ha molto di cui gioire.

Nel centrosinistra si registra qualche movimento ma, sostanzialmente, tutto interno e, soprattutto, a favore di Sel. Per quanto riguarda i Radicali, la lista Pannella-Bonino fa segnare un +0,7% fortemente significativo, dovuto all’aggressione subita dallo stesso Pannella durante la manifestazione degli indignados, a Roma, il 15 ottobre. A conferma di ciò lo stesso Pannella guadagna 4 punti di fiducia, salendo dal 28 al 32%. Il leader che incassa la fiducia maggiore è Casini (42%), seguito da Vendola (39), Bersani (38), Di Pietro e Fini (36), Pannella (32), Grillo (30), Alfano (26), Storace (22) e Bossi (20).