Settimana nera per Berlusconi e il suo governo. Non solo ha dovuto subire il grande slam dell’Inter di Moratti, cosa che non è riuscita neanche al Milan nei suoi momenti migliori – anche se il Milan nella sua gestione ha incassato 5 coppe dei campioni, che però rispetto al trionfo milanese oggi appaiono lontane – ma ha dovuto anche incassare la visita di Obama da Napolitano, accreditato come il più autorevole interlocutore del nostro Paese. Così almeno sui giornali.

Inoltre è stata demolita in questi giorni l’idea ottimistica di una crisi che in fondo non ha lasciato grandi segni nel nostro Paese o che addirittura fosse dietro le spalle.

La manovra finanziaria, fatta di lacrime e sangue, e l’idea che “la Grecia” in fondo non sia così lontana. Non è stata un’azione demolitrice dell’opposizione e dell’estrema sinistra, ma un ragionamento passato autorevolmente nella sua maggioranza.

Ecco quindi che tutti gli indicatori della settimana hanno il semaforo rosso:

nelle intenzioni di voto il Popolo della Libertà continua la sua parabola discendente, che si attesta al minimo storico: 32,5%.

Cala di due punti percentuali la fiducia nel Premier, che rimane comunque alta, al 54%.

3 punti in meno li fa registrare il Governo, al 47%, il minimo storico da noi registrato.

La Lega Nord si mantiene sui massimi al 15%, il Partito Democratico rimane stabilmente basso al 25%. L’Italia dei Valori si attesta all’8,5%.

Ancora in crescita con il 7% l’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini. Bene la sinistra di Vendola con il 3,5%, MpA: 0,8%, la Destra: 1,5%, i Comunisti: 2% e per finire i Verdi con l’1%.

VAI ALLE TAVOLE