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La crisi, gli scandali, l’antipolitica, le difficoltà e gli insuccessi elettorali del Partito Democratico, tutto faceva prevedere che la partecipazione sarebbe stata nettamente inferiore a quella che incoronò Veltroni ed invece ancora una volta, la gente, gli elettori si sono messi in fila davanti ad un seggio e hanno espresso democraticamente il proprio voto.

Trovo questo elemento straordinario perché ribalta tutte le analisi fin qui emerse e bisognerà tenerne conto nel futuro. Tre milioni di elettori sono un fatto che non può essere liquidato con una battuta e non può essere sminuito dalla propaganda, anche se il voto non è stato sempre formalmente ineccepibile, come ha dimostrato il cronista del Il Tempo si poteva votare più di una volta, ma non credo che questo possa avere influito sui dati finali.

Ci sono molte differenze da regione a regione degne di un approfondimento che faremo da domani ma alle TRE del mattino mentre sto scrivendo i dati paiono abbastanza consolidati Bersani di poco sopra il 50% Franceschini introno al 35% e Marino non lontano dal 15%.

Quindi Bersani ha vinto con la percentuale  ottenuta dagli iscritti. Per lui era importante andare sopra il 50% e pare ci sia riuscito.

Franceschini segretario uscente non è mai riuscito ad andare oltre il ruolo di outsider e come tale ha fatto una buona campagna elettorale, nonostante qualche sbavatura, i dati dimostrano che non ha goduto del soccorso di Di Pietro e soci che hanno preferito restare a casa, è evidente che l’odio per Berlusconi non pare essere stato la carta capace di ribaltare il risultato nel Pd ma era l’unica che Franceschini potesse giocare

Bene Marino che è cresciuto e con esso l’opzione e il peso delle posizioni laiche nel suo partito, e il suo risultato produrrà non solo una forte rappresentanza nel partito ma anche uno scollamento da posizioni troppo ambigue che il PD ha sostenuto sui temi etici e laici nella nostra società.

Le primarie che incoronarono Veltroni, in cui si registrò una grande partecipazione, diedero una grande spinta iniziale alla nascita del Partito Democratico che si esaurì prestissimo e che fu sprecata e sciupata dai dirigenti del Pd. Oggi questa spinta ritorna quasi intatta ora toccherà a Bersani non sciuparla come ha fatto Veltroni.

Certo la strada che separa il Partito Democratico da essere forza credibile di governo pare lunga ed insidiosa ma almeno non si potrà dire che la loro gente, i loro compagni li abbiano lasciati da soli chissà se riusciranno a meritarsi tanta fiducia, io mi auguro di si.