C’è un momento in cui la comunicazione politica si stacca dalla propaganda. Quando riesce a toccare i sentimenti più profondi, quando coincide con un sentimento a cui riesce a dare forma, quando rende meschine le polemiche e i contrasti dei soliti pastoni quotidiani. Questo avviene quando la capacità organizzativa diventa l’espressione plastica di una volontà comune.

Il Manifesto letto da Barbareschi supportato dalle note del premio Oscar Ennio Morricone è stato un momento capace di iscriversi nella memoria di una comunità con provenienze molto diverse che in quel momento ha trovato la  sintesi emotiva.

Questo valutazione tecnica va oltre la cronaca e le conseguenze dirette sulla scena politica. La Convention di Bastia Umbra di Futuro e Libertà ha indicato una modalità nuova per la comunicazione politica, dove la rete diventa la grande “centrale d’ascolto” che ha trovato un gruppo di “futuristi” capaci di esprimere una sintesi condivisa, sorprendente e coinvolgente. La comunicazione come terminale di un sentimento collettivo capace di orientare le scelte di gruppi dirigenti e leader che trasformano “l’ascolto” in azione politica. Questa è una novità profonda perché non si procede per “adesione” ma per “condivisione”. Chi non capirà questa novità sarà destinato a rimanere sorpreso e stupito come molti osservatori e cronisti lo sono stati a Perugia

In Italia queste dinamiche non sono affatto comuni, anzi rischiamo di essere avvelenati da una propaganda che parla solo ai “tifosi”, ma non è un caso che la prima volta che abbiamo riscontrato dinamiche simili è stato nella fondazione de La Destra di Storace oggi lontanissimo dai “futuristi” ma con cui condivide le stesse radici