Di Monica Gasbarri – “Assisto allibito al macello che mettono in scena al tribunale di Milano. La speranza di avere giustizia entrando in quelle stanze ormai è nulla. Il rancore, la vendetta e l’odio trasudano in ogni angolo” così Luigi Crespi commenta il verdetto dei giudici della Corte d’Appello del Tribunale di Milano sul caso Hdc che lo ha condannato a 6 anni e 9 mesi di carcere. “Non sono servite neanche le parole del Procuratore Generale a placare il furore. Abbiamo liquidato le parti civili ipotecando il nostro stesso futuro e accettato la sentenza di primo grado benché la ritenessimo profondamente ingiusta. Ma non è servito a nulla”.

“Dodici anni di processo per mettere in scena un rito che non ha nulla a che fare con la giustizia. Il mio peccato originale deve essere punito in modo esemplare perché chi non ha niente da “scambiare” con la pubblica accusa non può restare impunito” continua Crespi che conclude: “Continueremo in Cassazione la nostra battaglia e cercheremo di ottenere ascolto. Mi consolo pensando che, infondo, non ho ammazzato nessuno. E che la mia coscienza è pulita. Qualcosa che non potranno certo dire le eminenze togate che oggi hanno dato il peggio di se stesse”.

Raggiunto telefonicamente, l’avvocato Marcello Elia ha commentato così la sentenza: “Una sentenza incredibile, in vent’anni non avevo mai visto una Corte D’Appello che non tenesse in considerazione dell’integrale risarcimento del danno avvenuto tra il primo e secondo grado”. Il legale ha sottolineato come non siano state tenute in considerazione le parole del Procuratore Generale che aveva individuato invece “l’effettiva responsabilità di Luigi Crespi, individuando cioè in lui una persona che non era stato un buon imprenditore, ma non certamente un bancarottiere, in grado di organizzare una distrazione così come è stata contestata nelle sentenze che oggi critichiamo e di cui oggi chiediamo l’annullamento in Cassazione”.

“Forse la Corte d’appello ha ritenuto la posizione di Luigi Crespi troppo orgogliosa” ha continuato quindi Elia in riferimento alla deposizione di Luigi Crespi, che aveva rilasciato una dichiarazione spontanea nei mesi scorsi. “Evidentemente presuppongono una sorta di annichilimento dell’imputato; pretendono una specie di pentimento che però nel caso di Luigi Crespi non poteva avvenire perché le responsabilità penali sono state delineate sia dal Pg che dallo stesso Crespi nella misura più lucida possibile.

Ora la difesa si muoverà per chiedere l’annullamento della sentenza dal momento che, come sottolinea ancora Elia, “già è capitato in più occasioni che la giurisprudenza della Corte d’Appello di Milano sulla bancarotta sia stata completamente disattesa dalla Corte di Cassazione. E’ capitato recentemente anche in casi diciamo importanti che la Corte di Cassazione ha invitato la Corte d’appello di Milano ad uniformarsi ad un orientamento più rispettoso della legge”. Per quel che riguarda le tempistiche, il legale ha precisato come entro un mese si attende il deposito delle motivazioni e quindi la fissazione dell’udienza in Cassazione entro la prossima estate.

Fonte: Clandestinoweb