Italo Bocchino a In Onda ha attaccato duramente Fabrizio Masia di Emg, demolendo il suo curriculum. Al di la’ del tono del vicepresidente di Futuro e Liberta’, che attiene al suo stile e che  francamente mi obbliga ad esprimere una solidarieta’ dovuta a Masia, resta il problema che lo stesso  Bocchino ha sollevato, creando una contraddizione che neanche la difesa d’ufficio di Mentana, al Tg La7,  puo’ minimamente alterare. Cioe’: la statistica non è un moloch, non è infallibile.

Lo dimostrano gli  errori compiuti da Masia, ma che compio io stesso sbagliando alcune previsioni in buona fede come lui, che  fanno poi il paio con le tante previsioni indovinate, molte delle quali le ho condivise con lo stesso Masia  in altre epoche.

Ma la questione è che tra il 3,7% assegnato a Futuro e Liberta’ qualche settimana fa, e  che ora è diventato un 4,2%, e il 5% che ad esempio ho assegnato col mio istituto qualche giorno fa, non vi  è differenza statistica. 3,7 o 5, dal punto di vista metodologico, è esattamente la stessa cosa. Nel dare  un 3,7 da parte di Masia, il dato piu’ basso che Futuro e Liberta’ ha fatto rilevare in un sondaggio, Masia  non mette in gioco una competenza algebrica ma fa una scommessa, una scommessa velata che si nasconde non  dietro un’opinione ma dietro una correttezza statistica. Un campione di 1000 casi con margine di errore da  0 a 3 consiglierebbe a Masia e a tutti una prudenza e un approccio assolutista, perche’ nel caso specifico  le ragioni di Bocchino sono sacrosante.

Il messaggio che Masia lancia è preciso: col 3,7% i parlamentari  che hanno scelto di andare in Fli non saranno rieletti a causa dello sbarramento al 4%. Con questo non si  fotografa la realta’, la si condiziona. E dalle ricerche di mercato Sel diventa un soggetto del mercato.  Quindi Masia, Mentana e anche Bocchino, insomma tutti, ma proprio tutti, dobbiamo darci una calmata.