Di Monica Gasbarri* – Parte da Bari la nuova campagna elettorale di Matteo Renzi candidato alla segreteria del Partito Democratico. Per la sfida dell’8 dicembre, il sindaco di Firenze ha affidato la sua comunicazione all’agenzia barese Proforma che già aveva curato anche la campagna di Nichi Vendola per Sel.

Se per le precedenti primarie Matteo Renzi era salito su un camper brandizzato #Adesso, stavolta il messaggio è più articolato e ruota attorno al concetto del cambiamento, del rinnovamento e del cambiamento di verso (e di orizzonte). Ma gli esperti di comunicazione cosa ne pensano? Ecco come hanno risposto a Clandestinoweb Luigi Crespi, Claudio Velardi e Klaus Davi.

Luigi CrespiLUIGI CRESPI: HANNO CHIAMATO UN SEMIOLOGO DADAISTA

Per Matteo Renzi il colore è sicuramente qualcosa di importante: il colore delle emozioni, degli ideali, delle paure. Nella sua campagna, però, il gioco delle cromature è semiologicamente scoordinato. Una strada viola? Il coraggio blu? La bravura gialla? Renzi dovrebbe informarsi su cosa, sotto il profilo simbolico, i colori evocano. Il rosso è il colore della passione, non della semplicità. E il verde richiama emozionalmente la malattia, non il cambiamento. Può darsi che, in questo caso, sia stato interpellato un semiologo dadaista.

Inoltre, una campagna che utilizza solo le parole – per quanto il calambour dell’inverso sia una trovata creativa simpatica – è molto pericoloso. Il tema di fondo deve restare la leggibilità, mentre la campagna si muove seguendo i binari di una realizzazione grafica intellettualistica e cervellotica, pur restando apparentemente molto semplice. Le immagini, le evocazioni, sono un supporto emotivo irrinunciabile, mentre qui si preferisce la strada degli slide, dei murales.

Lo stile è quello di Renzi: semplice e capace di arrivare immediatamente. Ma in questo caso il rischio è quello di cadere nel semplicismo. Con qualche sforzo sofista come la “R” del “refresh” che appare nei browser dei nostri computer: occhio, però, il più delle volte quando si utilizza il tasto del “refresh” ci si limita a ricaricare la stessa pagina internet… Ha senso, poi, uno sforzo del genere soltanto per lanciare qualche frecciatina alla classe dirigente uscente del Pd (“perdere bene/vincere”)?

Lo slogan “cambia verso”, infine, è semplicemente pessimo. Non trasmette alcuna emozione e non rappresenta Matteo Renzi: è anzi l’oggetto di una rappresentazione che non precisa “cosa”, “come”, “perché” e “quando”. “Cambia verso” è uno slogan vago e, per certi versi, anche inquietante. La forza di Renzi sta nella sua capacità di comunicare di persona. Questa campagna non lo aiuterà, ma di sicuro non sarà questo a farlo perdere. Anche se qualcuno sostiene che nella pubblicità è come nella vita: basta esserci. Ma i pubblicitari si dividono in quelli che vincono Cannes e quelli che fanno vendere i prodotti.

Voto: 4

claudio velardi

CLAUDIO VELARDI: CAMPAGNA INVOLUTA E COMPLESSA

La nuova campagna #cambiaverso di Matteo Renzi è involuta e complicata. Ci sono troppi messaggi e nel complesso è un po’ barocca, contrassegnata com’è dalla scelta di queste parole scritte al contrario che poi si girano nel verso giusto.

In qualche modo, poi, se vogliamo, richiama le campagne di Nichi Vendola, a cui è abbastanza somigliante.

Intendiamoci, a Proforma sono molto bravi, forse si tratta della migliore agenzia di comunicazione in Italia; lavorano ovviamente su indicazione. Il punto è che Matteo Renzi avrebbe dovuto puntare su una campagna maggioritaria; questa, invece, è troppo di nicchia, potremmo dire minoritaria, anche se i contenuti chiaramente strizzano l’occhio a sinistra, con alcuni richiami interni che chiaramente non potevano mancare: è normale, si tratta di una campagna elettorale per le Primarie, è quindi lì che Matteo Renzi si orienta.

I messaggi che trasmette, però, sono complicati, pieni di simbolismi, compreso quello del refresh che sta sulla “R” iniziale del nome del candidato.

Detto ciò, per me tutta questo tipo di comunicazione non conta niente. Dobbiamo metterci in testa che si tratta solo di “seghe mentali”.

Voto: 4/5

klaus davi KLAUS DAVI: GRAFICAMENTE HANNO PENSATO AL WEB, MA IL CLAIM NON E’ CHIARO

Sicuramente la nuova campagna di Matteo Renzi va benissimo per il mondo internet. Lo sfondo rosso recupera a sinistra, si gioca su varie sfumature, è buona l’idea grafica con cui è scritto il nome di Renzi con la freccia in alto, ma il claim “L’Italia cambia verso” non è chiarissimo.

Sicuramente l’idea delle parole scritte all’inverso attira, cattura l’attenzione, ed è di sicuro appeal sul web, un mondo su cui Matteo Renzi ha puntato molto e dove parte già molto forte, con una identità molto ben definita, e quindi un gioco di questo tipo, che punta su stilizzazione e barocchismo, ci può anche stare.

Tra l’altro questo escamotage delle parole allo specchio è molto “davinciano” e si può dire che in qualche modo richiami il tema della Toscana e del background di Renzi, quindi può funzionare.

Nel complesso la campagna è buona perché investe su un terreno sul quale si è già seminato e che tra l’altro è servito per agganciare elettorato (soprattutto femminile).

VOTO: 8

* FONTE CLANDESTINOWEB