Con la fiducia al 65% e il partito al 43% le aspirazioni di crescita di Berlusconi si legittimano solo se guarda verso sinistra, anche perché dalle parti dell’opposizione c’è un oggettiva disponibilità al essere saccheggiati.
Allora oggi sul Corriere leggiamo che il Silvietto nazionale (dopo averci lessato i maroni per anni con il pericolo comunista) annuncia che non parlerà più di “comunisti” e poi ad Onna, sullo sfondo delle macerie e di partigiani, ha annunciato che il 25 aprile è suo. Franceschini gli fa la ola e il mediocre Napolitano cerca di non essere oscurato dalle celebrazioni.
E così Berlusconi apre la sua campagna a “sinistra” annunciando una rivoluzione della FESTA DELLA LIBERAZIONE che dovrà prendere il nome di FESTA DELLA LIBERTA’ con il consenso del popolo, insomma la festa del popolo della Libertà.
Non voglio rovinare la festa, oggi è il giorno della pacificazione nazionale, dell’armonia delle istituzioni, ma non è eversivo sentirsi istituzionalmente e politicamente “altrove”.
Altrove dove troviamo Bondi che oggi ignaro del clima di pace sociale ed istituzionale non ha trovato di meglio che lanciare minacce a Raffaele Lombardo, Presidente della regione Sicilia solo perché si è permesso di presentarsi alle europee con Storace e altri e non ha partecipato alla grande festa del Popolo della Libertà “sei stato eletto con i nostri voti, occhio!”. Bondi ha ragione Lombardo è diventato presidente anche con i voti del PDL, ma Bondi il poeta feroce certe differenze non le coglie sempre. D’altronde la libertà non è stare sopra un’albero…