Sei giorni fa, di prima mattina, veniva tradotto in carcere Ambrogio Crespi. Le accuse che trovammo sui giornali erano spaventose: associazione esterna di stampo mafioso, corruzione, voto di scambio. L’ordinanza è stata pubblicata a stralci, dando una rappresentazione di mio fratello devastante: ‘ndrangheta, omicidi, pentiti, un gran polverone, un incubo pazzesco. E’ come se si fosse fatta notte in pieno giorno, un velo davanti agli occhi, un’angoscia enorme.

Mentre i giornali scrivevano già la sentenza di esecuzione, Ambrogio veniva tradotto da Roma a Milano, nel carcere di Opera, dove ora si trova in isolamento.

Per vedere uno spiraglio abbiamo dovuto aspettare venerdì sera quando si è svolto l’interrogatorio di garanzia. L’avvocato Elia ne ha riferito come un passaggio assolutamente fondamentale: Ambrogio non disponeva dei voti, non ne ha mai disposto; si era trasferito a Roma, dove lavorava, dove si è sposato e dove quattro mesi fa ha avuto un bambino. Nei mesi di campagna elettorale non si è mai recato a Milano e – clamoroso – Ambrogio non conosce l’assessore che avrebbe acquistato questi voti. Ambrogio in nessuna telefonata intercettata ha confermato o trattato voti; Ambrogio, è appurato, non ha preso soldi da nessuno.

Questa è la linea difensiva, quindi si tratta di un pentito che delira cose inaudite da un lato e di chiacchiere e millanterie dall’altro. Alcune così assurde che danno il giusto peso alle cose come quella, alla quale nessuno può credere, che Ambrogio avrebbe fatto fallire Cecchi Gori guadagnando 7 milioni di euro. Quindi la stessa persona che sostiene che sia stato capace di procurare 2500 voti senza andare a Milano e senza conoscerne il destinatario è la stessa che ha dichiarato che Ambrogio ha guadagnato 7 milioni dal fallimento di Cecchi Gori.

E’ sconcertante.

Ora aspettiamo che i pubblici ministeri e le autorità preposte accertino che le affermazioni di mio fratello siano veritiere. Lo aspettiamo con serenità, lo aspettiamo con rapidità, lo aspettiamo con fiducia.

Perché mio fratello, visitato oggi in carcere dalla moglie, non sta bene: è dimagrito 8 chili, è disidratato, con le labbra rotte, è in stato di sofferenza perché non capisce cosa e per quale motivo sia ancora chiuso in una cella del carcere di Opera braccio K.