Anche Rita Bernardini, la deputata dei Radicali molto attiva nella battaglia per l’amnistia e per le carceri italiane, ha firmato la petizione per chiedere la liberazione di Ambrogio. In un’intervista al Clandestinoweb.com la Bernardini spiega perché ha sottoscritto l’appello e perché è pienamente convinta che Ambrogio sia innocente tanto da definirlo “un nuovo caso Tortora”.

Di seguito il testo integrale dell’intervista:

Onorevole Bernardini, lei ha firmato la petizione per chiedere la scarcerazione di Ambrogio Crespi. Qual è la sua opinione sul caso?

Sì, ho firmato la petizione perché sono assolutamente convinta che Ambrogio sia innocente. Inoltre mi sono messa in contatto con uno dei suoi difensori, Giuseppe Rossodivita, e lui mi ha confermato più volte che, leggendo le carte processuali, quello di Ambrogio sembra essere un nuovo caso Tortora. Io so bene le torture vissute in quegli anni da Tortora, so cosa vuol dire soffrire per qualcosa che non si è fatto, ed è per questo che ho deciso di sposare la causa di Ambrogio. Inoltre conosco personalmente lui e la moglie e mi fido al 100% del giudizio di Rossodivita.

Cosa l’ha colpita maggiormente della vicenda giudiziaria di Crespi?

Ambrogio è detenuto in carcere anche se non ci sono riscontri rispetto alle accuse che gli vengono contestate e, inoltre, non c’è stata alcuna volontà da parte dei giudici di voler tener presente le prove fornite dalla difesa.

Luigi Crespi ha iniziato uno sciopero della fame per attirare l’attenzione sul caso. Lei cosa ne pensa?

Il tema della legalità e della giustizia è la vita per i Radicali, quindi non posso far altro che sostenere Luigi Crespi. Io stessa, fra l’altro, sono al ventunesimo giorno di sciopero della fame per chiedere al governo l’amnistia e l’indulto. Il mio obiettivo non è poi tanto diverso da quello di Luigi: condivido a pieno la sua battaglia per far rientrare l’Italia nello stato di diritto. Che altro dire? Luigi, lottiamo insieme!

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