Oggi si è svolta a Milano l’udienza del Tribunale del Riesame sul caso di Ambrogio. In un’intervista al Clandestinoweb, uno dei suoi avvocati difensori, Giuseppe Rossodivita ha spiegato cosa hanno detto accusa e difesa in quella sede. Attendiamo fiduciosi la sentenza.

Si è conclusa l’udienza del Tribunale del Riesame. Ci può dire come è andata?

Il Tribunale del Riesame si è riservato la decisione; ha tempo fino a lunedì per pronunciarsi, ma noi attendiamo fiduciosi.

In che modo la pubblica accusa ha sostenuto la sua tesi?

Il Pm ha parlato per due ore: si tratta di un fatto eccezionale nell’ambito di una udienza al Tribunale della Libertà. La spropositata lunghezza del suo intervento è sintomatica della debolezza della posizione espressa dall’accusa che si è concentrata esclusivamente sulle conoscenze e sui rapporti di Ambrogio Crespi, decontestualizzando ed escludendo del tutto l’azione sociale portata avanti dall’imputato in questo senso, che è pubblica, documentata e svolta alla luce del sole. Sul fatto concreto il pm ha detto molto poco.

Qual è stata la vostra risposta?

Nell’udienza abbiamo evidenziato le incongruenze dell’impostazione accusatoria in riferimento al caso di Ambrogio Crespi. In primis valorizzando il fatto che è sempre Gugliotta che si rapporta ai sodali e fa da filtro e da schermo ad Ambrogio che non conosce né Zambetti, né Costantino. Gugliotta dunque millantava vantaggi e favori: nelle intercettazioni sono riferite azioni di Ambrogio alle quali sono stati opposti elementi obiettivi che testimoniano che quanto riferito è falso.

Ci puo’ illustrare quali?

Abbiamo in primo luogo depositato le preferenze registrate nelle varie sezioni di Milano in occasione delle regionali e dai dati si evince che per Zambetti c’è stato un voto diffuso e basso. Questo fa venir meno il fatto declinato da Gugliotta al telefono con riferimento alla possibilità per Crespi di mobilitare interi condomini. Se ci fossero state davvero queste truppe cammellate si sarebbero dovuti registrare picchi di voto che invece non ci sono.
Inoltre lo stesso Pubblico Ministero ha depositato un verbale informativo acquisito da Cecchi Gori che viene citato in una delle intercettazioni in cui Costantino parla del fallimento dell’imprenditore che lui attribuisce ai Crespi che gli avrebbero sottratto 7 miliardi. Lo stesso Cecchi Gori, però, avrebbe riferito invece di attribuire il fallimento a Berlusconi e al suo entourage, ma esclude che possano essere stati i Crespi che lui, per altro, non conosce.

Vi siete basati su altri punti?

Come difesa abbiamo anche evidenziato nella sua portata integrale l’unica intercettazione in cui è in voce anche l’imputato Ambrogio Crespi e in cui si fa riferimento alle elezioni, quella dell’8 maggio 2011. Dalla telefonata si evince chiaramente che Crespi e Costantino a quella data non si conoscono. Dalla telefonata emerge anche chiaramente che, a Gugliotta che chiede aiuto per la candidata Sara Giudice, Ambrogio risponde parlando sempre in virtù della sua professione, quindi facendo riferimento esclusivamente a una campagna elettorale. Dalla trascrizione integrale si evince anche come la ricostruzione degli investigatori non sia corretta dal momento che Ambrogio più volte chiede di essere chiamato dalla candidata facendo riferimento a una situazione complessa, riferendosi ancora una volta ai tempi troppo ridotti per poter organizzare una campagna elettorale.

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