Io non voglio polemizzare e neanche imporre la certezza assoluta dell’innocenza di Ambrogio Crespi. Mi limito sommessamente a dire che ormai sono 5 mesi che sta in carcere, 65 giorni passati in isolamento in una cella da tre passi senza porte, senza intimità, senza parlare con nessuno, guardato a vista notte e giorno.

Ora, da qualche settimana è trattato come uno “comune” e sta nello stesso reparto di Zambetti, che finalmente ha conosciuto. Scelta curiosa che non intendo discutere, come non discuto il fatto che io e Ambrogio ci siamo trovati nella stessa stanza con l’ex assessore a fare il colloquio, così, anche io, ho potuto incontrare per la prima volta  lui e i suoi familiari.

Ora, quello che voglio dire è che chiunque ha accesso alle carte sul sito www.ambrogiocrespi.it non può non avere almeno il dubbio che mio fratello con questa storia non c’entri nulla: le evidenze delle indagini dopo il suo arresto oggettivamente hanno confermato questa circostanza. La ferma certezza dell’estraneità di Ambrogio è una mia convinzione ma nessuno, dico nessuno, che abbia un minimo di obiettività può sostenere che ci siano elementi concreti che possano dire il contrario.

Ora, di fronte ad un ragionevole dubbio, che senso ha tenerlo in carcere, nel modo in cui è stato tenuto senza neanche essere ad oggi rinviato a giudizio, e vi dico che chiunque dovrà decidere di mandarlo a processo avrebbe problemi a documentare le ragioni.

Ora, fino a quando deve andare avanti questa storia? Pare giusto che un cittadino che ha rinunciato ad una candidatura pur di avere la propria dignità, non riesca ad avere giustizia e non possa essere trattato con la presunzione di innocenza visto che non hanno in 5 mesi trovato che elementi e prove che addirittura lo scagionano?

Domani la Cassazione non esprimerà un’opinione su tutto questo, ma ci dirà se l’arresto, effettuato il 10 ottobre, era giusto o meno, sarebbe un bel segnale…

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