BerlusconiLa campagna elettorale per le Europee del 25 maggio ha cambiato marcia, ancora una volta. Il primo strappo – e noi siamo stati i primi a sottolinearlo – è stato quello di Beppe Grillo nell’intervista a Enrico Mentana di fine marzo. Un “punto di rottura” che ha invertito il trend negativo del Movimento Cinque Stelle nei sondaggi, portandolo oggi a un passo dal sorpasso nei confronti del Pd.

Fino a ora, però, si era trattato sostanzialmente di una partita a due. Da una parte proprio Grillo, con la sua sistematica strategia di demolizione della classe politica.

Dall’altra il premier Matteo Renzi, alle prese con il difficile compito di non deludere le enormi aspettative da lui stesso generate, restando in equilibrio tra un passato di rottamatore e una prospettiva di governo (in cui i celebri “80 euro” giocano un ruolo simbolico fondamentale).

Matteo Renzi e Beppe Grillo

Sulla scena, insomma, mancava un attore: Silvio Berlusconi. Tutti lo aspettavano, memori delle straordinarie rimonte da lui orchestrate nelle precedenti campagne elettorali, ma finora il Cavaliere si era limitato a parlare dei propri problemi giudiziari, senza avvicinarsi alla tv e senza affrontare di petto l’emorragia di uomini (e di consensi) che ha colpito Forza Italia.

Tutto questo, ieri, è cambiato. Con la sua apparizione a “Porta a Porta”,Berlusconi ha dimostrato di esserci ancora. Ha toccato tutti i tasti giusti per rassicurare il proprio elettorato. Ed è persino riuscito a disinnescare la minaccia politica del “caso Bondi”, derubricando la vicenda allo stato emotivo personale di un “poeta sognatore” con una spiccata propensione alla malinconia. Con le stoccate ad Alfano e gli avvertimenti a Renzi, Berlusconi ha fatto chiaramente capire di essere ancora un fattore nella politica italiana.

Il tempo ci dirà se questo sarà sufficiente per arrestare il declino del suo partito nei sondaggi, magari invertendo la tendenza negativa degli ultimi mesi. E presto scopriremo anche come cambieranno le strategie di Grillo e Renzi. Con quest’ultimo, per la verità, che ci sembra – tra i tre – quello attualmente più “ingessato”, forse con meno libertà di manovra a causa delle questioni interne che assillano il suo partito.