Virginia raggiPer ribaltare il risultato del primo turno a Roma ci voleva un vero cambio di passo. Qualcosa che forse non è nelle possibilità di Roberto Giachetti. Persona per bene, competente e seria ma non dotato del carisma capace di recuperare 120 mila voti.

Certo, la partita era chiusa già al primo turno, anche se teoricamente si riparte da zero, diventa difficile prendere il volo quando ti piombano le ali e il Pd è un piombo pesantissimo.

Spero che i romani non abbiamo da pentirsi e che il sindaco Virginia Raggi non confermi l’idea di totale inadeguatezza consegnata in queste settimane di campagna elettorale.

A Roma il movimento di Grillo si gioca il suo destino; se a Roma si ripeteranno gli stessi errori il movimento subirà un colpo mortale. Ma se i primi mesi riuscirà a risolvere alcuni problemi rappresenterebbe un lancio per la politica inimmaginabile.

Chi ha perso a Roma non è certo Giachetti ma Matteo Renzi. Un leader senza profondità, prigioniero della battuta di giornata, dal fiato corto.

Su Roma la strategia su Marino si è rivelata disastrosa senza attenuanti.

Ora, ovvio che sarà lui a pagare il conto.