Cosa scommettete che mio fratello Ambrogio uscirà da questa vicenda totalmente scagionato da tutte le accuse?

E’ una scommessa che io faccio con chiunque, non per un atto di fede o di fratellanza nei confronti di Ambrogio, ma perché conosco bene la sequenza delle cose.

Quindi ci troveremo con un ragazzo di 40 anni, padre di famiglia, professionista, completamente scagionato dall’accusa di aver avuto rapporti con interessi specifici con un’organizzazione chiamata ‘ndrangheta. Ma, oltre le carte dell’accusa, saranno gli articoli di questi giorni, fatti sommariamente, in fretta, a lasciare un segno indelebile sulla sua immagine e sulla sua esistenza.

Leggo cose incredibili, escono accuse, scenari di cui non avevamo mai sentito parlare: una rappresentazione grottesca, e a tratti ignobile. E’ come se i giornalisti, leggendo ovviamente le carte d’accusa, spingano, favoriscano e determinino la rappresentazione di Ambrogio come un criminale e un delinquente comune.

E’ vero mio fratello ha conosciuto i figli di immigrati o magari di persone messe al confino che proprio nella zona di Baggio e di Cesano Boscone hanno un’altissima influenza. Ha conosciuto questi ragazzi, ma non li ha conosciuti come parte di un sistema criminale, li ha conosciuti a scuola, per strada, giocando a pallone, sedimentando rapporti di amicizia che prescindono da qualsiasi continuità di carattere criminale.

Se è vero che la ‘ndrangheta agisce in modo intimidatorio, estorcendo appalti, favori, voti e su questa struttura garantisce il suo potere, in tutti questi anni l’unico esempio di continuità sarebbe stato, da parte di mio fratello, non procurare appalti o cose del genere, ma aver procacciato dei voti per un assessore che nemmeno conosce.

Ma di questo sarà la stessa accusa a rendersene conto quando le cose saranno approfondite con cura e attenzione, cercando tutti i riscontri e le necessarie verifiche del caso.

E questo è uno scenario che mi rasserena, mi tranquillizza, quello che non mi tranquillizza è che quando analizzo queste cose – da osservatore esterno della società e dei costumi come ho fatto in tutti questi anno, mantenendo un barlume di lucidità anche in un momento come questo – è che non si sfugge alla logica del tritacarne e non c’è nessuna possibilità di difendersi.

Non c’è più una divisione tra garantisti e giustizialisti, ci troviamo di fronte a una barbaria inumana, che colpisce tutti senza distinzioni tra destra e sinistra. Quando finisci in questo tritacarne è difficile che un solo lembo del tuo corpo si salvi da questo massacro.

Ed ecco che pentiti sconosciuti possono tracciare il profilo della tua esistenza in maniera devastante, che indagini chiuse vengano riaperte sui giornali e parole di una violenza inaudita come omicidio ed estorsione possano essere associate a persone che non hanno nessuna possibilità di difendersi. Perché la stampa si trincera dietro la notizia, che spesso notizia non è perché è un’idea, una valutazione, un’ipotesi della semplice accusa.

Pubblicare i dati di un’ordinanza con tutti i suo supporti, determinando l’opinione della gente senza che questa ordinanza sia passata al vaglio di un interrogatorio di garanzia, senza che ci siano – e non le troverete mai pubblicate, se non marginalmente – le risposte dell’accusato, rappresenta l’archetipo del processo sommario, dell’esecuzione in piazza, da cui neanche un’eventuale sentenza, soluzione o scagionamento ti salva.

Io sono sicuro che mio fratello uscirà da questa vicenda brillantemente, ma sono anche sicuro che questo non basterà a restituirgli la serenità che gli hanno privato in queste ore.

Oggi ci sarà l’interrogatorio di garanzia a partire dal quale mi auguro che questa storia si avvii verso il suo finale.