Di MIRIAM GIANGIACOMO – Il partito più garantista del mondo, quello cha ha difeso proprio oggi Lunardi alla Camera, che non ha lasciato Casentino da solo, che è sempre stato solidale con Dell’Utri e che ha come capo carismatico Silvio Berlusconi, si è rivelato sommario e giustizialista per quanto riguarda la vicenda di Claudio Scajola, tra l’altro caduto nella trappola di Porro, vicedirettore del Giornale che lo chiama da amico e il giorno dopo gli chiede le dimessioni. Risultato: sei mesi senza ministro. E ora ogni giorno esce una pista diversa, perchè? Perchè alla linearità lampante della strana storia del regalo di metà appartamento ricevuta in assegni circolari per 900mila euro ormai credono in pochi.

A oggi i giudici che indagano non hanno ravvisato reati al contrario di tanti altri e sarebbe clamoroso se nei prossimi giorni addirittura fossero i giudici a chiedere l’archiviazione per Scajola. Rimarrebbe quindi la domanda inquietante: che è successo e perchè? Ed ecco che quando le vicende si tingono di giallo emergono anche le più fantasiose ricostruzioni. Una delle più accredita è quella della costruzione di una trappola pronta da almeno due anni ma che viene a galla il 23 aprile 2010. Perchè questa data? Alcuni giorni prima arriva la notizia dell’accordo sulle nuove centrali nucleari tra Berlusconi e Putin con la Russia che, a dispetto delle imprese statunitensi, realizzerà le Cernobyl tricolori. Scajola è il nuclearista di punta di un business che ha fatto imbufalire i poteri forti americani. Vero, falso o verosimile? Quello che è certo è che da quel giorno il governo Berlusconi ha immancabilmente imboccato la strada del tramonto. Questi i fatti: l’asse tra Roma e Mosca, che già ruota su gas (Eni-Gazprom), auto (Fiat-Sollers) e nuove tecnologie (Pirelli-Finmeccanica-Russian Tech), si allarga anche all’atomo. La Russia entra nel business che si apre in Italia, con finanziamenti e supporto tecnologico. E le due intese firmate a Villa Gernetto aprono già ampi fronti di cooperazione. La prima – tra Enel e la russa Inter Rao Ues – per lo sviluppo di una nuova centrale a Kaliningrad di terza generazione. L’altra per lo sviluppo degli studi nel settore della fusione nucleare: è la nuova frontiera dell’energia atomica, si è rallegrato Berlusconi, assicurando che i lavori per la prima centrale nucleare in Italia saranno iniziati entro tre anni, ovvero – come ha già anticipato il ministro Claudio Scajola che ha in mano il progetto – entro questa legislatura. Intanto linchiesta della Procura di Perugia sulla “cricca” degli appalti pubblici – G8 della Maddalena, mondiali di nuoto, anniversario per i 150 anni dellUnità dItalia – avanza. E ora incrocia la strada del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola perchè singolare beneficiario, quando era un semplice parlamentare dellopposizione, di una provvista di circa mezzo milione di euro messa a disposizione da una delle “tasche” del costruttore Diego Anemone (oggi detenuto con Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola, Fabio De Santis) per lacquisto di un appartamento. La vicenda è documentata dal lavoro di indagine della Guardia di Finanza, tanto che, il 12 aprile scorso, durante il suo lungo interrogatorio con i pubblici ministeri umbri, ne viene chiesto conto allo stesso Guido Bertolaso, accusato per altro di essere stato corrotto proprio da Diego Anemone. Chiedono i pm: Sa se e che tipo di rapporti esistono tra Anemone e lonorevole Claudio Scajola?.

Il capo della Protezione civile cade dalle nuvole, negando di conoscere le circostanze. E per quel che si sa, la domanda rivolta a Bertolaso non ha sin qui trovato risposte neppure altrove. Di questa vicenda, dunque, resta al momento solo il presupposto che racconta una storia che finisce appunto a Scajola, ma parte dagli accertamenti della Finanza sul conto di un oscuro architetto legato a doppio filo a Diego Anemone e su assegni circolari per circa 500 mila euro. Larchitetto è Angelo Zampolini. Lavora come progettista del Gruppo Anemone ed è una delle “tasche” di chi del Gruppo e delle sue risorse dispone in prima persona: Diego Anemone. Nel 2009, la Banca dItalia segnala sui conti dellarchitetto e del commercialista Gazzani operazioni contabili sospette. Tra il 2007 e il 2008, infatti, sia Gazzani che Zampolini si trovano a maneggiare contante di cui non riescono a giustificare nè la provenienza, nè limpiego.

Tra il 2007 e il 2008, Zampolini versa sul proprio conto oltre 800 mila euro in contanti. Una cifra incompatibile, come accerta la Finanza, con i redditi che dichiara al Fisco o, quantomeno, con il suo lavoro di responsabile della progettazione del Gruppo Anemone. Di più: larchitetto non solo non sa spiegare la provenienza di quel denaro, ma neppure il suo impiego. Quegli 800 mila euro vengono infatti trasformati in assegni circolari utilizzati per due operazioni immobiliari gemelle. Con la prima viene acquistato un appartamento in via Latina, a Roma, per Lorenzo Balducci, figlio di quellAngelo che, da presidente nazionale del Consiglio dei Lavori pubblici, assegna appalti al Gruppo Anemone. Con la seconda, degli assegni circolari per circa 500 mila euro finiscono nella compravendita di una casa a Roma intestata alla figlia di Claudio Scajola. Il sospetto che viene a tutti è che Diego Anemone avesse nella sua disponibilità delle provviste in nero e che la vicenda di Scajola poteva rappresentare una straordinaria modalità per consentire il recupero di quel denaro.

Potrebbe Scajola essere all’oscuro di tutto questo? Potrebbe essere stato beneficiario inconsapevole e quindi vittima di questa vicenda? Non lo sappiamo, ma certamente l’eventuale archiviazione della sua posizione metterebbe un punto su questa vicenda e soprattutto, per chi consoce Scajola, sembra abbastanza improbabile che il ministro ligure potesse accettare da chiunque assegni circolari di dubbia provenienza. Se non sono in molti a scommettere sull’onestà di un ministro, in pochi possono giocarsi la faccia sulla sua stupidità.