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DOPO la fugace e tragica parabola del Frankenstein della politica italiana, il Veltrusconi, oggi assistiamo alla nascita di una nuova creatura, i “Be?Bè”, un avvento che oggettivamente unifica gli interessi di Berlusconi e Bersani.

Nei sondaggi, tra i chiari e gli scuri, il premier chiude il 2009 con il suo partito, il Pdl, al 38% mentre Bersani riesce a riportare il suo Pd alla soglia del 30% che, sommato alla lista Pannella?Bonino che si attesta sopra il 2%, lo posizionerebbe non distante dal risultato ottenuto da Veltroni e ben lontano da quel 24% in cui il Pd era precipitato dopo la sconfitta di Soru alle elezioni regionali in Sardegna. Ma entrambi ora hanno bisogno di tempo.

Da una parte il primo “Bè”, cioè Berlusconi, ne ha bisogno per avviare la stagione delle riforme, in particolare quella della giustizia, unico strumento per risolvere anche i suoi problemi, per liberarsi dalla schiavitù della sua maggioranza onde evitare di essere intrappolato nella polemica quotidiana con Fini e contenere la golden share di Bossi.

Dall’altra, il secondo “Bè”, Bersani, ha bisogno di tempo per costruire un gruppo dirigente nuovo per non cadere nella trappola populista di Di Pietro e per arginare la fuga dei cattolici verso il centro e soprattutto per liberarsi dall’ombra di Massimo D’Alema.

Se la madre dei nostri “Be?Bè” è ignota, certamente un padre ce l’hanno, legittimo e legittimato: si tratta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha come suo “core business” politico il dialogo nell’interesse della Nazione, restio allo scontro per lo scontro e pronto all’accordo quando possibile.

Esistono due pericoli che possono stroncare i “Be?Bè” sul nascere: da un lato lo scontro elettorale regionale che necessariamente porterà i due principali partiti a una contrapposizione funzionale alla raccolta dei voti, dall’altro la politica economica del governo che, troppo contratta e conservatrice, potrebbe minare il consenso popolare del governo e del suo leader.

Uno scenario futuribile o una divagazione fantapolitica? Lo scopriremo solo vivendo.

Da Il Clandestino