LIBERAZIONEDi Helene Pacitto –  Settant’anni di libertà dal nazifascismo. Oggi, nel 1945, l’Italia si ribellava definitivamente all’occupazione nazista chiudendo, allo stesso tempo, il ventennio fascista.

Tre giorni dopo il 25 aprile 1945, Mussolini veniva fucilato.

Alle 8 del mattino del 25 aprile ’45, via radio da Milano, il Comitato di Liberazione Nazionale “Alta Italia” – di cui faceva parte anche Sandro Pertini – proclamava l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, con uno slogan ormai divenuto famoso: “Arrendersi o perire”.

Era con questa frase che i partigiani venivano esortati a scacciare gli ultimi occupanti dal territorio nazionale.

La capitolazione definitiva dei nazisti si concretizzò il 3 maggio durante la cosiddetta “resa di Caserta”, firmata il 29 aprile.

La data del 25 aprile è, quindi, simbolica e rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946, per la scelta fra monarchia e repubblica, consultazione per la quale le donne, per la prima volta, furono chiamate alle urne per un voto politico.
Da qui la nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione entrata in vigore il primo gennaio del 1948.

La “Carta Costituzionale” rappresenta le fondamenta di civiltà e di democrazia del nostro Paese. Lo strumento che legittima le libertà e il rispetto reciproco, che regola i diritti e i doveri di ognuno, che ristabilisce le regole di una società moderna.

Dovrebbero essere sempre di ispirazione le parole illuminanti di Piero Calamandrei ai giovani presenti nel Salone della Società umanitaria di Milano il 25 gennaio 1955: “Se vi chiedete dove è nata la nostra Costituzione andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Spesso i giovani non ricordano il significato di questa data, sarebbe – credo – il momento di cambiare “Il giorno della Liberazione” con “La liberazione dell’Italia dal nazifascismo”.

Questo affinché il 25 aprile non sia un giorno come gli altri ma memoria delle lotta per la riconquista delle “Libertà” nel nostro Paese.

FONTE: THINK NEWS